Ho sempre visto la mia “ordinarietà”come una mancanza, una vergogna, un difetto: la mancanza di una qualità, la vergogna che questa mancanza si vedesse e quindi diventasse un difetto assodato. In tutto questo ho sempre avuto alte, altissime aspettative…sugli altri ma in primis su me stessa. Forse che anche se sono acquario ho l’ascendente vergine (?) comunque sia sono sempre stata una perfezionista.
Amo la perfezione sotto ogni suo aspetto, ho sempre cercato di essere perfetta in ogni occasione in ogni istante.
Ma forse in questa vita dovevo imparare a lasciare andare la perfezione e ad accettarmi così come ero e come sono.
Ho odiato le mie gambe perché avevo i polpacci troppo grossi: quando andavo nei negozi a comprare gli stivali se avevano la zip non mi si chiudevano. Questo mi portava a dimagrire tantissimo ma gli stivali con la zip non ho mai potuto metterli (diciamo che potevo mettere solo quelli elasticizzati se erano molto molto elasticizzati!)
Prima di iniziare a fumare avevo dei capelli bellissimi ma come ogni donna ordinaria che si rispetti, non sono mai cresciuti più di un tot. Mi chiedo come avrei potuto fare se fossi nata negli anni duemila in cui tutte le ragazzine hanno i capelli splendidi, lucidi e soprattutto lunghi fino al sedere.
Se volevo stare nel mio peso forma dovevo rinunciare quasi a mangiare…e soprattutto se volevo la pancia piatta! A causa della colite avevo la pancia sempre gonfia e quando andavo fuori a cena con le mie amiche mi vergognavo poi ad andare a ballare con la pancia che sembrava un canotto rovesciato.
Ho sempre amato truccarmi e mi truccavo anche benino ma bastava che fuori ci fosse un grado in più o che io ballassi quei cinque minuti con più pathos che il rimmel iniziava rovinosamente a sciogliersi, il fondotinta a squagliarsi e il fard a riassorbirsi; la piega dei capelli diventava solo un vecchio ricordo è così…struccata e sudata me ne tornavo a casa dando l’ultima occhiata a quelle splendide ragazze che alle tre del mattino non avevano ancora nemmeno l’ombra della gonna sgualcita.
E io ho sempre desiderato essere come loro! Così tanto che per tantissimo tempo mi sono vergognata di essere me!
Credo di aver imparato ad usare Photoshop per potermi permettere di postare sui social qualche foto mia!
Dall’alto della mia zero autostima mi chiedevo come potessi piacere agli uomini…poi mi dicevo che anche le brutte piacciono…ma poi mi dicevo che le brutte piacciono ai brutti…e poi mi dicevo che a me piacevano i belli…ma se ai brutti piacciono le brutte, ai belli dovevano piacere le belle…anche perchè un bello puó avere tutte le belle che vuole e non avrebbe senso che iniziasse a guardare una brutta…pertanto sarei rimasta single a vita.
Fino a che scoprii la categoria degli “affascinanti“…non sono belli, non sono brutti ma sono particolarmente interessanti. Mi dovetti poi ricredere perché anche agli affascinanti piacevano le belle.
Insomma per una come me, una ragazza terribilmente ordinaria, in questo mondo di bellezza non c’era posto.
Con questa ingombrante non-autostima sono cresciuta. Mi sono sentita brutta, grassa, goffa, “tornita” (come venni gentilmente appellata da un mio amico) per giungere a un procace (che credo essere una donna interessantemente tornita)
Ma oggi finalmente vorrei lanciare il messaggio che la straordinarietà di ognuno di noi sta proprio nell’essere normali. Non importa essere una influencer, avere i capelli sempre al loro posto (sai che noia? Le foto vengono sempre tutte uguali), sempre il solito trucco perfetto…non è per la nostra perfezione che valiamo qualcosa di più o qualcosa in meno anche se la società questo ci fa credere. Credo che la vera straordinarietà sia essere se stessi. E questo oggi voglio essere! Me.